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Parti della giornata: Il buongiorno si vede dal mattino

Quando si impara italiano, il primo dubbio che resta per tutti è perché e come dividere la giornata. Quando si dice buona sera o buona notte, e quando si dice invece, se è che si dice, buon pomeriggio? Anzi, fin quando si usa buon giorno e dopo quando si comincia a dire buona sera o buon pomeriggio?

Ma esiste una ragione, anche se forse nemmeno gli italiani la ricordano oggi. E la si può capire da uno dei simboli del nostro sito.

Se sei nato in un paese di lingua iberica, dividere la giornata è la tua prima difficoltà quando impari l‘italiano. Spesso si definisce la cosa come: “buon giorno” si dice più o meno fino alle due al nord e fino alle tre al sud. E “buona notte”e si usa solo quando si va a letto, verso le dieci, le undici o mezzanotte… Tralasciando il fatto che l’italiano non ama le regole e la puntualità è roba da britannici, proviamo a fare un po’ di chiarezza in questo disordine…

Facciamo chiarezza: La divisione della giornata nelle sue rispettive parti ha origini molto antiche e relativamente chiare. Quello che vedete accanto è un orologio diviso non in 12 ore, ma in 6. Cioè, fino a circa 200 anni fa, che in sede di storia non è tantissimo, questo sistema orario, detto “Ora Italica”, o anche “Ora Romana”, era ancora abbastanza applicato, non solo in Italia ma anche altri Paesi europei. E questo non divideva il giorno in 2 parti da dodici ore ciascuna, ma in 4 parti da 6 ore ciascuna. 4 parti, 4 saluti.

Orologio in ora italica a Loreto, Marche


Cioè, buongiorno si poteva dire dalle 6 alle 12, buon pomeriggio dalle 12 alle 18, buona sera dalle 12 alle 24, e buona notte dalle 24 alle 6. Ecco, un modo facile da raggrupparle.

Ma perché non è applicato ancora oggi?

Insomma, come si dice, gli italiani dicono buona notte quando si va a letto. Quindi il sonno prevale sull’orologio: se voglio andare a letto, buona notte! Anzi buona notte è proprio un modo di dire quando si vuole mettere fine a una discussione.

La questione con buon giorno e buon pomeriggio, non è così diversa. Possiamo prendere spunto da un detto scherzoso che si usa in Brasile all’ora di pranzo: “Boa tarde se já comeu, senão ainda è bom dia” (Buon pomeriggio se hai già mangiato, sennò è ancora buongiorno). Siccome in certe parti d’Italia è abitudine finire il pranzo verso le due, o invece verso le tre, è da queste ore in poi che si dice buona sera (invece di buon pomeriggio che tecnicamente è il più corretto fino all’imbrunire).



la teoria e la pratica: schema della divisione logica (sinistra) e della divisione pratica (destra) della giornata


Oltre a questi fattori, buon pomeriggio è l'unica di queste forme che non può essere agglutinato in una sola parola: (buongiorno, buonasera e buonanotte, invece, sì). Poi molti ritengono buon pomeriggio troppo formale (alcuni lo definiscono "televisivo", cioè lo si ascolta solo in televisione secondo loro).

Troppo strano? Non infatti. In occidente, solo in Spagna e in Portogallo si fa una divisione a tre della giornata. Ecco il perché delle nostre difficoltà. Tantissime altre lingue europee hanno una divisione della giornata in quattro parti. In queste lingue la “notte” corrisponde più o meno a quello che è chiamato popolarmente “madrugada” nelle lingue iberiche.



Quindi, è corretto dire pomeriggio da mezzogiorno fino al vespro (cioè le ore 18) e sera, anche se già usata prima di questo orario, dal vespro a mezzanotte. Ma indipendente dall'orario, è sempre ora d'imparare italiano. Speriamo che adesso il primo grande dubbio sia ormai soluzionato.

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